Dai servizi di consulenza all’Akis, un passaggio decisivo
La nuova Politica Agricola Comune (Pac), che entrerà in vigore dal 1°gennaio 2023 dopo il periodo di transizione (per saperne di più clicca QUI), intende promuovere un settore agricolo smart (intelligente) e resiliente, sostenere la cura per l’ambiente e l’azione per il clima nonché stimolare la crescita e l’occupazione nelle aree rurali.
Per perseguire questi ambiziosi obiettivi, la prossima Pac considera prioritario lo sviluppo e la diffusione della conoscenza e dell’innovazione, assegnando un ruolo strategico all’Akis (acronimo di ‘Agricultural Knowledge and Innovation Systems’, in italiano ‘Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura’ – Scia).
Secondo un’efficace definizione della Rete Rurale Nazionale, l’Akis è “il luogo di elaborazione, scambio e diffusione delle conoscenze e dell’innovazione”, grazie al quale gli imprenditori agricoli potranno far fronte alle nuove sfide dettate dall’aumento della popolazione, dalla diminuzione delle risorse naturali a disposizione, dalla pressione sull’ambiente e dal cambiamento climatico. “Queste sfide – sottolinea la Rete – possono essere affrontate meglio con l’acquisizione di conoscenze e competenze e con l’adozione di soluzioni innovative che permettano di introdurre sistemi produttivi che rispettino le tre dimensioni della sostenibilità: economica, ambientale e sociale”.
L’Akis – la cui composizione non è definita, ma variabile da uno Stato all’altro ed anche tra le regioni di uno stesso Stato – potrà includere, secondo la Rete Rurale Nazionale, “aziende agricole, altre imprese legate al mondo agroalimentare (fornitori di input agricoli e macchinari, aziende di trasformazione e distribuzione), consulenti, università ed enti di ricerca, enti di formazione, stakeholder istituzionali e altri attori che, a vario titolo, sono coinvolti nelle attività di crescita del settore mediante le tecnologie, l’innovazione, l’avanzamento culturale del capitale umano”.
In altri termini, grazie all’Akis, l’Ue punta a superare la tradizionale lentezza con cui l’innovazione entra nel settore primario, favorendo soprattutto l’accesso delle piccole e medie imprese alle nuove tecnologie in agricoltura.
La sfida che attende la Regione Campania nel passaggio dai servizi di consulenza alle aziende agricole, erogati attraverso la misura 2 del Psr, ad un sistema più complesso, l’Akis appunto, è stato al centro del convegno che si è svolto ieri, 29 settembre 2021, presso la sede regionale del Centro Direzionale di Napoli (isola A6).
Per la Regione Campania sono intervenuti l’assessore all’Agricoltura, Nicola Caputo, e la direttrice generale delle Politiche agricole, alimentari e forestali e Autorità di gestione del Psr, Maria Passari.
Nel corso dell’incontro, moderato dalla professoressa Teresa Del Giudice dell’Università Federico II, si sono succeduti gli interventi di Anna Vagnozzi e Patrizia Proietti della Rete Rurale Nazionale – Crea Pb, Enrico Zamboni dell’Ismea, Imma Cigliano dell’Assistenza tecnica Psr Campania, Concetta Menna del Crea Pb e Marcello De Rosa dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale
A seguire la tavola rotonda nel corso della quale alcuni beneficiari della misura 2 del Psr (Studio tecnico Angelo Coletta, Associazione Olivicoltori Sanniti, Cooperativa Projenia, Associazione Agricoltori per l’Ambiente, Blue Zone) hanno portato la propria testimonianza.
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