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Riforma Pac, l’Europarlamento approva la posizione

Dopo l’intesa raggiunta dai ministri dell’Agricoltura degli Stati membri (per saperne di più clicca QUI), ieri, 23 ottobre 2021, la plenaria del Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) 23-27. E’ quanto si apprende da una nota (per la versione completa clicca QUI).

Nel comunicato si legge che “i deputati hanno confermato un cambiamento politico che dovrebbe far corrispondere meglio la politica agricola dell’Ue ai bisogni dei singoli paesi, ma insistono nel mantenere parità di condizioni in tutta l’Unione” e che “ai governi nazionali spetterà la redazione di piani strategici, approvati poi dalla Commissione, in cui delineare le modalità concrete di attuazione degli obiettivi dell’Ue: la Commissione valuterà i risultati e non soltanto la loro conformità alle norme dell’Ue”.

La nota, dopo aver sottolineato che “il Parlamento ha rafforzato le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, la cosiddetta condizionalità, che gli agricoltori devono applicare per poter ottenere sostegno diretto”, ha ricordato che i deputati intendono dedicare almeno il 35% delle risorse destinate allo sviluppo rurale (Secondo pilastro della Pac) “a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente” ed almeno il 30% delle risorse riservate ai pagamenti diretti (Primo pilastro) “a regimi ecologici volontari che potrebbero aumentare il reddito degli agricoltori”.

Inoltre i deputati insistono, tra l’altro, affinché “almeno il 30% dei finanziamenti dell’Ue sia destinato al sostegno degli agricoltori per la lotta al cambiamento climatico, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la tutela della biodiversità” ed invitano gli Stati membri “a incoraggiare gli agricoltori a destinare almeno il 10% dei propri terreni a interventi paesaggistici a sostegno della biodiversità, quali siepi, alberi non produttivi e stagni”.

Il Parlamento europeo si è anche espresso a favore di una riduzione dei contributi alle aziende più grandi e di un maggiore sostegno alle Pmi e ai giovani agricoltori. La posizione approvata in plenaria prevede di ridurre progressivamente i pagamenti diretti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60mila euro per poi fissare il massimale a 100mila euro, riconoscendo agli agricoltori la possibilità di “detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di effettuare la riduzione”.

Sempre nel comunicato si legge che “almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire a sostenere le aziende agricole di piccole e medie dimensioni” e che “i Paesi Ue dovrebbero avere la possibilità di destinare almeno il 4% delle dotazioni per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori”. Inoltre, “i finanziamenti per lo sviluppo rurale potrebbero fornire un sostegno complementare in grado di dare la priorità agli investimenti dei giovani agricoltori”.

Il Parlamento sottolinea che i finanziamenti dell’Ue dovrebbero essere riservati a chi svolge almeno un livello minimo di attività agricola e chiede, tra l’altro, ulteriori misure per supportare gli agricoltori a gestire rischi e possibili crisi future e che la riserva per le crisi, prevista per aiutare le aziende agricole in caso di instabilità dei prezzi o dei mercati, sia trasformato in uno strumento permanente dotato di un bilancio adeguato.

Grazie all’adozione della posizione sulla riforma della Pac, la squadra negoziale del Parlamento è pronta ad avviare il dialogo con i ministri dell’Ue.

Foto tratta da pixabay.com

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