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Periodo transitorio Pac e Next Generation per l’agricoltura: accordo informale Parlamento-Consiglio

Il Consiglio dell’Ue e il Parlamento europeo hanno concluso ieri, 27 novembre 2020, un accordo informale su come prorogare le attuali norme della Politica agricola comune (Pac) fino al 31 dicembre 2022 e distribuire gli 8,07 miliardi di euro supplementari previsti dal Next Generation Eu (Ngeu) per sostenere agricoltori, produttori alimentari e aree rurali nella ripresa dalla crisi da Covid-19. E’ quanto ha annunciato il Consiglio con una nota (per la versione completa clicca QUI).

L’accordo informale, che fa seguito all’accordo iniziale del 30 giugno scorso (per saperne di più clicca QUI) e a quello provvisorio del 10 novembre (per approfondimenti clicca QUI), delinea una ripartizione dei fondi Ngeu per l’agricoltura nei prossimi due anni: il 30% delle risorse (pari a 2,4 miliardi di euro) sarà disponibile nel 2021 e il restante 70% (pari a 5,6 miliardi) nel 2022.

“L’accordo – si legge nel comunicato – incarica gli Stati membri di garantire che circa un terzo della dotazione totale (37%) sia destinato a misure ‘verdi’ e finalizzate al benessere degli animali e che più della metà (55%) vada a misure di trasformazione sociale e digitale. I negoziatori si aspettano che queste misure aiutino ad accelerare la transizione verso pratiche quali l’agricoltura di precisione e intelligente, migliorare l’accesso a Tic di elevata qualità nelle zone rurali e rafforzare i mercati locali”.

I negoziatori hanno stabilito “di prorogare di sei mesi l’applicazione del sostegno temporaneo eccezionale agli agricoltori e alle Pmi colpite dalla crisi da Covid-19” e “che le regioni ultra-periferiche dell’Ue e le isole minori del Mar Egeo continueranno a ricevere nel 2021 e 2022 gli stessi importi di sostegno finanziario indicati nelle norme attuali”.

Il testo negoziato da Consiglio e Parlamento, che ha raccolto il plauso della Commissione europea (per la nota stampa clicca QUI), dovrà essere approvato dal Comitato speciale Agricoltura del Consiglio per poi essere sottoposto all’adozione definitiva da parte del Consiglio dell’Ue e dell’Europarlamento.

Foto tratta da pixabay.com

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