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Psr Campania, presentato il Rapporto monotematico 2023 sul contrasto ai cambiamenti climatici

Ieri, martedì 6 febbraio 2024, è stato presentato a Napoli il Rapporto monotematico 2023 “Il contributo del Psr Campania al contrasto dei cambiamenti climatici – Una lettura trasversale”.

“Finalità generale del rapporto monotematico – si legge nell’introduzione del documento redatto dalla Lattanzio Kibs, che espleta il Servizio di Valutazione indipendente del Psr Campania 14-20 – è la stima della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ottenute complessivamente dal Psr”.

Stima realizzata attraverso due indagini dirette: la prima ha coinvolto un campione dei beneficiari della tipologia d’intervento 4.1.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole” mentre la seconda un campione dei beneficiari delle tipologie 10.1.1 “Produzione integrata”, 11.1.1 “Conversione delle aziende agricole ai sistemi di agricoltura biologica” e 11.2.1 “Mantenimento delle pratiche e dei metodi di agricoltura biologica”.

“L’indagine condotta sui beneficiari del Psr – si legge nelle conclusioni del Rapporto – rileva un’elevata consapevolezza degli agricoltori campani rispetto all’importanza dagli effetti dei cambiamenti climatici sulla gestione delle aziende agricole”, in particolare quelle ortofrutticole e delle colture permanenti.

In particolare, i cambiamenti climatici stanno influendo sui conti economici soprattutto a causa della riduzione della quantità e qualità delle produzioni nonché dell’incremento dei costi energetici e per i trattamenti.

Sempre dalle conclusioni si apprende che “le strategie maggiormente adottate per adattarsi ai cambiamenti climatici sono l’ottimizzazione delle operazioni colturali, come irrigazione e fertilizzazione, e la diversificazione della produzione” e che “tra gli strumenti offerti dal Psr per adattarsi ai cambiamenti climatici quelli ritenuti più efficaci sono il sostegno al reddito aziendale per affrontare l’incertezza e gli shock economici e gli aiuti per l’acquisto di macchine e attrezzature per l’ottimizzazione dei mezzi di produzione” mentre “meno evidente è l’interesse per gli aiuti agli investimenti destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alla riduzione dei consumi energetici, per le polizze assicurative agevolate nonché per gli aiuti agli investimenti destinati all’efficientamento dei sistemi di irrigazione”.

Infine, quasi la metà degli intervistati ritiene l’introduzione del Carbon Farming come un’opportunità per incentivare pratiche agricole sostenibili che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra e al sequestro di carbonio.

Dal Rapporto emerge che il contributo delle azioni del Psr in termini di riduzione complessiva delle emissioni dirette di gas a effetto serra (Ghg) è pari a 274.063 Mg/anno.

Inoltre, le misure dedicate al biologico e all’integrato determinano una riduzione a livello regionale delle emissioni indirette di gas serra pari a 40.330 MgCO2eq, di cui 24.565 grazie al biologico e 15.765 all’integrato: le riduzioni più rilevanti di emissioni rispetto alla tecnica convenzionale si rilevano per le colture del pomodoro, della vite e delle arboree in generale mentre, su scala territoriale, nelle zone costiere di pianura di Caserta, Napoli e Salerno nonchè nella fascia meridionale dell’Irpinia.

Per quanto concerne la riduzione delle emissioni di Gas serra determinate dalle misure del Psr per la produzione di energia da Fonti energetiche rinnovabili (Fer), il Rapporto evidenzia che gli investimenti finanziati dalla 4.1.1, 4.1.2 e 4.2.1, vale a dire dalle tipologie che puntano a migliorare la competitività delle aziende agricole ed agroindustriali beneficiarie, rappresentano la parte preponderante delle operazioni con finalità energetiche nell’ambito del Psr, sia in termini di numerosità progettuale che di investimento attivato e che “considerando la riduzione delle emissioni per euro investito, gli investimenti più efficienti risultano quelli per le centrali a biomassa con una riduzione di 37,15 kg CO2 (anidride carbonica, ndr) per euro investito”.

Il Rapporto monotematico ha previsto anche la realizzazione un caso studio volto a definire i vantaggi, in termini di contenimento dei costi energetici, per l’impresa beneficiaria Agrioil nell’ambito della tipologia d’intervento 4.2.1 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nelle aziende agroindustriali” del Psr.

Il Rapporto mette in luce che, grazie al progetto finanziato dalla 4.2.1 (realizzazione di un frantoio di ultima generazione), “si ottiene un risparmio di oltre 5 tonnellate di CO2 equivalente, 62.400 MJ di risorse fossili e 3.240 m3 di acqua che, rispetto ad una lavorazione tradizionale a tre fasi, rappresentano risparmi pari al 33% per quanto riguarda la produzione di GHG, del 25% per quanto attiene le risorse fossili e del 19% per quanto attiene il consumo di acqua”.

 

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