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Csr Campania 23-27, intervento SRA18-ACA18: approvata la Carta apistica regionale

Con decreto dirigenziale n. 682 del 6 novembre 2023 la Regione Campania ha approvato la “Carta apistica regionale della Campania” (in allegato al decreto; per la versione in formato web GIS KML clicca QUI) a supporto dell’attuazione dell’intervento [SRA18-ACA18] Impegni per l’apicoltura del Csr 23-27.

La Carta apistica è stata messa a punto dalle strutture regionali competenti della Direzione generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali, con il supporto del gruppo di assistenza tecnica afferente al Programma unitario di Monitoraggio ambientale (Puma), ricorrendo alla selezione e riclassificazione tematica delle informazioni ufficiali disponibili nella Carta dell’Utilizzazione agricola dei Suoli (Cuas, anno 2009) della succitata Direzione e nella Carta della Natura della Regione Campania (Ispra, anno 2017).

La Carta apistica ricomprende gli habitat di seguito indicati e i relativi periodi di fioritura delle principali essenze floristiche in esse rinvenibili:

– 1.1. Boschi di castagno

– 1.2. Cespuglieti mesofili

– 1.3. Gariga mediterranea

– 1.4. Macchia a ginestra

– 1.5. Macchia mediterranea

– 1.6. Praterie sfalciabili collinari e montane

– 1.7. Praterie mesofile e subnitrofile pascolate

– 1.8. Seminativi estensivi delle aree collinari interne in rotazione con foraggere di valore nettarifero

– 1.9. Erbai e prati avvicendati

– 1.10. Mosaici agricoli tradizionali con diffusi elementi di biodiversità

– 1.11. Aree antropiche a Rubus

– 1.12. Rimboschimenti a Robinia, Ailanto, Eucalipto

– 1.13. Aree ripariali a salice.

Nel decreto n. 682/2023 si legge che la scheda dell’intervento [SRA18-ACA18] del Piano strategico nazionale per la Pac (Psp) 23-27 “prevede fra i criteri di ammissibilità (C06) e gli impegni (I01) per l’accesso ai previsti benefici che i soggetti richiedenti pratichino l’attività apistica nelle aree ad agricoltura estensiva e di valore naturalistico, come ad esempio aree intermedie quali i sistemi agroforestali, in quanto l’attività svolta dalle api, insieme a quella svolta dagli insetti pronubi, contribuisce al mantenimento di un’agricoltura estensiva e alla conservazione della flora spontanea ad alto valore naturalistico” e che le suddette aree “ devono essere individuate dalle Regioni e Province autonome sulla base delle peculiarità del proprio territorio e delle esigenze rilevate per il raggiungimento delle richiamate finalità di valore ambientale e naturalistico”.

 

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