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Biodiversità vegetale: al via il sistema regionale per la salvaguardia del patrimonio genetico a rischio di estinzione

Comunicato dell’ufficio stampa della GiuntaLa Regione Campania, con decreto dirigenziale del 29 maggio scorso, rende finalmente possibile l’iscrizione all’Elenco regionale dei coltivatori custodi (sezione vegetale), strumento fondamentale per l’attività di salvaguardia e tutela del patrimonio genetico autoctono a rischio di estinzione.

“Si tratta di un provvedimento di grande importanza – dichiara Franco Alfieri, consigliere del Presidente De Luca per l’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca – perché dà attuazione alla delibera di Giunta, approvata il 15 maggio, grazie alla quale la Regione Campania si è finalmente dotata di un sistema che metterà in rete tutti i soggetti coinvolti nella tutela e salvaguardia delle varietà locali a rischio di estinzione ed iscritte al Repertorio regionale, che annovera attualmente 258 varietà locali, di cui 174 appartenenti a specie legnose da frutto e 84 appartenenti a specie erbacee”.

Della “Rete di conservazione e sicurezza” faranno parte di diritto i coltivatori custodi iscritti all’Elenco regionale e le banche del germoplasma accreditate, vale a dire i soggetti deputati a garantire la conservazione nel tempo del patrimonio di biodiversità agricola della Regione Campania e a renderlo disponibile agli altri soggetti aderenti alla ’Rete’. Ad essa potranno iscriversi anche gli altri attori del territorio (enti parco, comunità montane, comuni, istituti di ricerca e sperimentazione, università ed associazioni senza fini di lucro, agricoltori singoli e in forma associata) presentando apposita domanda.

“La strategia che abbiamo messo in campo a favore della biodiversità agricola campana – sottolinea Alfieri – sarà finanziata con il bando, di prossima pubblicazione, della misura 10.2.1 del Psr.  Le risorse saranno destinate sia alle azioni di conservazione condotte sia dai coltivatori custodi sia a quelle realizzate dalle banche del germoplasma”.

“L’obiettivo che perseguiamo – conclude Alfieri – è quello di creare le condizioni per favorire nuove opportunità di sviluppo sia per i territori che per i singoli operatori. In altri termini, la tutela della biodiversità non deve essere vista come fine a se stessa, ma diventare occasione per creare efficienti micro-filiere in grado di generare lavoro e reddito. In quest’ottica, il Psr, con le risorse allocate sulla biodiversità e sulle altre misure d’interesse, rappresenta uno strumento fondamentale”.

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