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Psr Campania, periodo transitorio: le nuove tipologie

Rafforzare gli impegni agro-climatico-ambientali, in linea con gli obiettivi dell’Ue e le nuove ambizioni stabilite nel Green Deal europeo. Sostenere la ripartenza del sistema agroalimentare regionale dopo la crisi da Covid-19, puntando su competitività e innovazione. Semplificare e snellire le procedure di attuazione del Programma. Sono questi i principali obiettivi del Psr Campania per il periodo transitorio 2021-2022.

L’ok all’estensione del Programma fino al 31 dicembre 2022 (per saperne di più sul periodo transitorio clicca QUI) è arrivato il 16 novembre 2021, quando la Commissione europea ha approvato la modifica (versione 10.1) del Psr con Decisione C(2021) 8415 final (per scaricare gli allegati clicca QUI).

A dare notizia del via libera di Bruxelles è stato l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo che, in una nota (per la versione completa clicca QUI), ha sottolineato che il Psr potrà contare su risorse aggiuntive per 601,5 milioni che saranno immessi nel tessuto agroalimentare regionale attraverso bandi di prossima emanazione.

Particolarmente attesi i bandi di attuazione delle nuove tipologie d’intervento ed azioni introdotte nella versione 10.1 del Psr ed illustrate di seguito.

 

Tipologia 4.1.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole” – Azione B

Nella tipologia d’intervento 4.1.1 è stata inserita un’azione specifica, l’azione B: dedicata esclusivamente agli agricoltori singoli e associati che conducono imprese zootecniche bufaline, finanzierà interventi volti al miglioramento e alla realizzazione delle strutture produttive aziendali finalizzate all’ammodernamento e il completamento della dotazione tecnologica, con priorità al benessere animale, alla biosicurezza e alla tutela ambientale in relazione alle emissioni di gas serra.

 

Tipologia 4.1.5 “Investimenti finalizzati all’abbattimento del contenuto di azoto e alla valorizzazione agronomica dei reflui zootecnici”

Questa nuova tipologia intende promuovere, nelle aziende zootecniche della filiera bufalina campana, il concetto di zootecnia sostenibile in grado cioè di assicurare cicli produttivi efficienti e sicuri, svolti in modo da proteggere e migliorare l’ambiente naturale oltre ad avere effetti positivi sulle condizioni sociali ed economiche degli agricoltori e dei loro dipendenti nonché sulla salute e sul benessere animale.

In particolare, la tipologia 4.1.5 si rivolge alle imprese zootecniche bufaline che operano nelle aree del territorio regionale ricadenti nelle “Zone vulnerabili all’inquinamento da nitrati di origine agricola” – delimitate con delibera di Giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017 – e che intendono migliorare la performance ambientale della gestione dei reflui e la loro utilizzazione agronomica attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e di processo in linea con i principi e le finalità della bioeconomia circolare. Quest’ultima prevede il recupero, la valorizzazione e il riutilizzo delle ‘risorse biologiche rinnovabili’ provenienti dal ciclo di produzione aziendale, come i reflui zootecnici, con la produzione di fertilizzanti organici ed energia rinnovabile, riducendo il consumo di materie prime non rinnovabili, degli apporti inquinanti alle risorse idriche e delle emissioni inquinanti in atmosfera.

La tipologia si articola in tre azioni: A) Realizzazione di impianti per la rimozione dell’azoto; B) Realizzazione, nell’ambito degli interventi di cui all’azione A), di interventi complementari strettamente connessi e necessari alla funzionalità o alla finalità dell’impianto; C) Realizzazione di interventi finalizzati alla razionalizzazione della gestione dei reflui attraverso interventi sulle strutture aziendali.

Da sottolineare che la tipologia 4.1.5 incentiva la realizzazione non solo di interventi a livello aziendale, ma anche interaziendale cercando così di superare le difficoltà di cooperazione e associazione delle aziende del territorio con impianti di dimensioni adeguate cioè con una capacità lavorativa proporzionata rispetto agli elevati costi di gestione e che possano contare su di un bacino di conferimento dei reflui quantitativamente sufficiente e affidabile.

La tipologia mira anche a contrastare l’impatto della crisi economico-finanziaria delle aziende zootecniche della filiera bufalina determinata dalla pandemia da Covid-19.

 

Tipologia 4.2.2 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli per micro-iniziative agro-industriali”

Questa nuova tipologia si rivolge alle imprese di nuova costituzione o con fatturato inferiore ai 700mila euro che operano nel settore della lavorazione e/o trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e che, con la pandemia da Covid-19, hanno avuto maggiori difficoltà, rispetto alle imprese più strutturate, a garantire continuità alle proprie attività imprenditoriali in quanto sprovviste di strumenti e tecnologie digitali tali da accorciare le distanze tra impresa, fornitori e clienti.

Lo scopo della tipologia 4.2.2 è, dunque, quello di accompagnare la ripresa economica di queste imprese che, operando sui territori in un sistema di filiera corta e mercati locali, definiscono quella maglia produttiva indispensabile anche per le medie e grandi imprese. Saranno finanziati investimenti di ridotta dimensione per l’implementazione di strumenti tecnologici e/o di digitalizzazione, in modo da favorire l’innovazione dei processi produttivi con adeguate tecnologie, aumentare l’efficienza delle aziende, favorire l’occupazione e la diversificazione delle produzioni.

Al tempo stesso, la tipologia punta a contrastare l’impatto della crisi determinata dal Covid-19, promuovendo lo sviluppo economico e sociale nelle zone rurali in cui queste micro-aziende operano e contribuendo ad una ripresa economica resiliente, sostenibile e digitale in linea, tra l’altro, con gli obiettivi agro-climatico-ambientali perseguiti dall’Unione europea.

 

Tipologia 16.1.2 “Sostegno ai Gruppo operativi (Go) del Partenariato europeo per l’innovazione (Pei) per l’attuazione di progetti di diffusione delle innovazioni nell’ambito del rafforzamento dell’Akis campano”

Questa nuova tipologia intende esaltare il ruolo delle imprese agricole e agroalimentari quali committenti delle innovazioni oggetto dei progetti realizzati dai Gruppi operativi (Go), vale a dire i partenariati che coinvolgono una molteplicità di attori provenienti da diversi ambiti (agricoltori, gestori forestali, ricercatori, consulenti, formatori, imprese, associazioni di categoria, consumatori, gruppi di interesse, organizzazioni non governative, comunità rurali e altri stakeholder).

In pratica, la tipologia 16.1.2 sostiene esclusivamente la costituzione e il funzionamento dei Gruppi operativi che abbiano come soggetto capofila un’azienda agricola e, al tempo stesso, premia la partecipazione delle imprese quali partner all’interno dei Gruppi operativi. L’obiettivo ultimo è quello di promuovere una maggiore diffusione dell’innovazione nelle aziende del settore primario.

La nuova tipologia pone l’impresa agricola al centro del processo di sviluppo delle innovazioni sin dalla definizione degli obiettivi e della progettazione dell’intervento, secondo il modello ‘tailor made’, in linea, peraltro, con quanto previsto dalla proposta di regolamento della Politica agricola comune (Pac) 23-27 riguardo all’obiettivo trasversale Akis (in italiano Scia – Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura; per saperne di più clicca QUI).

La tipologia intende anche contrastare l’impatto della crisi determinata dal Covid-19, promuovendo lo sviluppo economico e sociale nelle zone rurali e contribuendo ad una ripresa economica resiliente, sostenibile e digitale.

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